Inbound Marketing: la Rivoluzione Copernicana del marketing
Il mondo del marketing è stato totalmente stravolto dall’avvento delle nuove tecnologie: quello che sembra a prima vista un’evoluzione dettata dal progresso è invece una vera e propria rivoluzione copernicana.
Inbound marketing e outbound marketing: cosa sono?
L’inbound marketing è un approccio incentrato sulla capacità di attrarre i clienti attraverso i contenuti e le interazioni ovvero attraverso canali come i blog, i motori di ricerca e social media.
L’outbound marketing invece è la forma più tradizionale di marketing in cui una società invia il proprio messaggio commerciale al pubblico attraverso spot televisivi o radiofonici, annunci stampa, cold calls o campagne email.
La differenza tra queste due diverse strategie di marketing è incentrata sul fatto che nel caso dell’outbound è l’azienda a prendere l’iniziativa e ad andare dal cliente mentre nel caso dell’inbound si verifica l’esatto opposto.
Il passaggio avvenuto tra le due diverse strategie è senza dubbio dovuto alla crescente interazione col web che si è avuta negli anni ed allo stesso tempo anche grazie ad una maggiore coscienza da parte delle aziende della potenzialità degli innumerevoli dati raccolti nel tempo sui consumatori.
L’evoluzione della tecnologia nell’ultimo decennio ha strumentato la nascita del marketing automation il quale, a sua volta, ha contribuito in maniera decisiva alla crescita ed all’affermazione delle pratiche di inbound marketing da parte delle aziende.
Tuttavia, è sbagliato pensare che il passaggio dall’outbound e l’inbound sia avvenuto repentinamente ed è altrettanto errato credere che sia stato solamente internet l’artefice di tale rivoluzione.
L’inbound marketing è figlio di un perfetto connubio tra innovazione tecnologia ed avanzato utilizzo di dati e informazioni da parte delle aziende.
Il passaggio dal marketing outbound ad inbound
Le origini della rivoluzione muovono i passi dal Database Marketing.
Le aziende nel corso del tempo hanno raccolto una quantità infinita di dati relativi ai clienti ed a potenziali tali tanto che, nel momento in cui si sono rese conto dell’enorme possibilità che questi offrivano, è iniziato il futuro del marketing.
Le imprese hanno cominciato ad orientarsi di più verso il cliente, spostando così il focus dalla produzione al cliente, dal prodotto al consumatore, non orientandosi più esclusivamente sullo sviluppo e sulla commercializzazione dei beni/servizi.
Internet ha dato un impulso notevole sotto vari aspetti a questo tipo di cambiamento consentendo infatti di avvicinare notevolmente produttore e consumatore ed offrendo spunti di personalizzazione produttiva crescenti.
Partendo da questa innovativa concezione, le imprese hanno iniziato a selezionare e catalogare la clientela secondo il sesso, l’età , la profittabilità , i gusti, gli interessi, le aspettative e le ambizioni.
Si è cercato di venire incontro alle esigenze ed allo stesso tempo di predire il comportamento atteso dei consumatori.
Come si è giunti all’inbound marketing?
L’ambizione di clusterizzare la clientela ha fatto si che le aziende adottassero una nuova strategia di marketing che viene definita come Customer relationship management (CRM).
Questa concezione è strettamente legata alle pratiche,alle strategie ed alle tecnologie che le aziende utilizzano per gestire e analizzare le interazioni con i clienti con l’obiettivo di migliorare i rapporti commerciali, l’assistenza nella fidelizzazione e l’aumento delle vendite.
I sistemi CRM sono stati appunto progettati per raccogliere informazioni sui clienti attraverso diversi canali che presuppongono un contatto tra l’utente e la società come ad esempio il sito web, il telefono, le live chat, le direct mail ed i social media.
Il CRM è in grado di dare infatti informazioni personali e dettagliate sui clienti quali la cronologia degli acquisti o le preferenze degli stessi in modo tale da raggiungere una massimizzazione del rapporto tra produttore e consumatore in termini di profittabilità .
In questo modo si è arrivati al marketing automation attraverso la creazione di software in grado di creare e gestire contenuti, di raccogliere ed analizzare dati utili a strutturare campagne online capaci di attrarre un gran numero di utenti.
I trend evolutivi abbracciano tutte quelle opportunità di interazione diretta col cliente che possano portare ad un grado di personalizzazione molto alto; tra questi giocano un ruole preponderante i social network, capaci di attrarre facilmente e fonte inestimabile di utili informazioni.
Insomma l’outbound marketing ha segnato una vera e propria rivoluzione copernicana perchè non è più l’azienda ad essere al centro del sistema bensì il cliente attorno al quale orbitano le maggiori opportunità di maggior profitto.
Più un’azienda riesce ad avvicinare il cliente attraverso le informazioni che ha disposizione, più grandi saranno i margini per poter implementare la sua crescita.
Meta description: come scrivere la migliore per la tua attività di SEO
Cos’è la meta description
La meta description è l’anteprima che compare sotto il titolo e il sito del contenuto, successivamente ad una ricerca effettuata su Google.
Tanto per intenderci, è quella all’interno del rettangolo rosso nell’immagine che vedi qua sotto
Come puoi intuire, curare questo aspetto può fare la differenza tra un utente che decide di entrare a visitare il tuo sito o che, invece, continua a scrollare alla ricerca di una descrizione più accattivante.
Oltre a dover curare anche tanti altri aspetti SEO, saper scegliere una meta description ti aiuterà ad incrementare, in maniera notevole, il traffico che arriva dai motori di ricerca.
Come scrivere la meta description in maniera efficace
Ecco quindi gli aspetti di fondamentale importanza a cui devi assolutamente prestare attenzione, quando scrivi la meta description per i tuoi contenuti
Parole Chiave
Uno degli aspetti più importanti della meta description è l’utilizzo corretto delle keyword. Dovresti sempre utilizzare la parola chiave su cui hai deciso di costruire il contenuto nella meta description, perchè questo ha rilevanza per Google ai fini del miglioramento del posizionamento organico.
Focalizzarsi sulle parole chiave aiuta il file robots.txt a far crescere il posizionamento del tuo sito più facilmente rispetto a quanto accadrebbe se non prestassi attenzione a questo aspetto.
Breve e diretto
Una meta description ottimale non dovrebbe superare i 160 caratteri.
Questo perchè i motori di ricerca non sono in grado di leggere oltre quella lunghezza e, infatti, se ci fai caso, nelle descrizioni che superano questo limite vengono inseriti dei puntini di sospensione. Cerca di essere breve e di riassumere in modo efficace ciò che è racchiuso all’interno del contenuto. Non usare troppi formalismi o giri di parole e cerca di andare dritto al punto, sintetizzando quello che l’utente troverà all’interno del sito.
Utilizza una call to action
Una call to action dà una forte motivazione all’utente per visitare il tuo sito. Le call to action hanno lo scopo di veicolare gli utenti ad effettuare determinate azioni, che desideriamo, e sono una soluzione perfetta per catturare l’attenzione del visitatore tra i numerosi risultati offerti dal motore di ricerca.
Esempi di buone call to action possono essere:
“Scopri come [azione] + [obiettivo da raggiungere]
oppure
“Clicca qui per [azione] + [obiettivo da raggiungere]
Pertinenza
La pertinenza è uno degli aspetti che Google reputa più decisivi ai fini dell’ottenimento di un buon posizionamento.
Il motivo è che la filosofia che c’è dietro è quella di fare in modo che il visitatore sia soddisfatto dei risultati ottenuti dalla ricerca che ha appena effettuato e trovi le informazioni che effettivamente stava cercando.
Pertinenza significa coerenza tra meta description e contenuti all’interno della pagina che si sta per visitare.
Cerca di evitare il click-baiting e sappi che uno dei fattori con cui Google valuta la qualità di un sito è il traffico di rimbalzo. Gli utenti poco interessati a quello che trovano nel tuo sito, usciranno immediatamente (rimbalzeranno, appunto) e questo potrebbe compromettere l’autorità del tuo sito agli occhi dei motori di ricerca.
OriginalitÃ
Evita di copiare le meta description dei tuoi concorrenti. Google premia i contenuti originali, possibilmente unici.
Investi del tempo per cercare di trovare una soluzione che si differenzi da quella dei tuoi competitor: riuscire a differenziarsi ti dà un valore e un vantaggio che è difficilmente replicabile da parte degli altri.
Con questi semplici 5 punti hai l’occorrente per scrivere una meta description di qualità e che generi attenzione, e quindi clic, verso i tuoi contenuti.
Puoi integrare questi punti con i principi del copywriting, il meccanismo è simile. Prova, fai test e confronta quali sono le meta description che ti danno i migliori risultati per perfezionare il processo.
SEM – Il Pay x Click nei motori di ricerca
Il pay per click nei motori di ricerca è divenuto uno strumento molto efficace per la promozione on line anche in seguito al fatto che, di norma, viene ben accettato dai navigatori. Questo sistema ha degli ottimi vantaggi. E’ indubbio che non sia possibile contare solo su operazioni pay per click trascurando il posizionamento attraverso la ricerca per parole chiave; la soluzione sta nel trovare il giusto equilibrio o “ADV mix†tra le due opportunità ed in questo caso l’intervento di un consulente specialista diventa fondamentale per aiutare l’azienda ad optare per le scelte più adeguate.
Vantaggi del pay per click
CONTROLLO DEI COSTI: Il costo viene concordato preventivamente, ed è proporzionale ai visitatori che effettivamente arriveranno al sito promosso.
TARGET SELEZIONATO: Questo dipende molto dalla capacità di scrittura di messaggi dal contenuto mirato e strategicamente definiti.
INTERNAL LINK: Possibilità di indirizzare gli utenti direttamente a pagine specifiche interne al sito (Landing Page); è molto importante nel caso di offerte promozionali che richiedono, per una buona riuscita, sempre dei link diretti (se vuoi vendermi qualche cosa è inutile raccontarmi prima tutta la tua storia, dimmi subito di che prodotto si tratta).
GESTIONE CAMPAGNA: Possibilità di monitorare costantemente l’evoluzione della campagna pubblicitaria ed attuare in tempo reale eventuali azioni correttive.
RISULTATI IMMEDIATI: Una campagna di questo tipo si può attivare in brevissimo tempo (escluso quanto ne va dedicato per la realizzazione del concept, cioè il progetto comunicativo da pubblicare on line).
Limiti del pay per click
RISCHIO DI AVERE CLICK INUTILI: Se la campagna non è stata ben ponderata, e quindi il messaggio risulta essere troppo generico, c’è la concreta possibilità di ricevere una miriade di contatti inutili (e di pagarli). Ancora una volta la strategia comunicativa diventa fondamentale.
AL RAGGIUNGIMENTO DEL BUDGET (giornaliero) SI PERDE VISIBILITA’: Cioè al termine della campagna il motore di ricerca rimuove il link sponsorizzato. A questo punto diventa molto importante che il posizionamento dell’azienda per chiavi di ricerca sia buono o che venga riattivata la campagna.
GLI UTENTI PREFERISCONO I RISULTATI ORGANICI DEI MOTORI
Altra considerazione molto importante, come visto nel capitolo precedente, è che molti utenti preferiscono i risultati organici e quindi una buona azione PPC deve essere supportata da un’azione di web marketing dedicata al corretto posizionamento.
Il PPC si rivela uno strumento efficace soprattutto nella fase di start up di un sito, cioè la messa on line; quando si vuole raggiungere il target di riferimento in tempi brevi, nell’occasione del lancio di un prodotto, di un servizio o di un particolare evento. Ma risulta utile anche quando la concorrenza è ben assestata ed è impossibile comparire in buona posizione nei motori di ricerca nonostante l’ottimizzazione delle parole chiave e del contenuto del proprio sito siano stati elaborati in modo eccellente.
Questo tipo di attività relativa al marketing web viene anche definita con il termine di “affiliate marketing†e si inserisce appieno nel trend di questi ultimi anni che evidenzia, come dimostrano le cifre e le ricerche degli esperti, sempre più la tendenza ad investire in strumenti di promozione pay per performance (come il pay per click), che garantiscono ritorni concreti sull’investimento effettuato. Non è da sottovalutare la possibilità di valutare il ritorno del ROI (cioè dell’investimento) in tempi brevissimi rispetto ai tradizionali media utilizzati per le campagne pubblicitarie, ad esempio: se una campagna stampa richiede mesi prima di poter essere valuta in termini di ritorno dell’investimento, la stessa operazione condotta on line porta ad avere risultati certi in tempo reale.
Il Web Marketing
Se fino ad una decina di anni fa si poteva definire il web marketing una materia semi sconosciuta, oggi con la diffusione dell’informazione, lo scambio della conoscenza e l’ampliarsi dell’esperienza, è divenuta di così interesse strategico che le università hanno attivato corsi di laurea ad indirizzo specifico e ben vengano questi corsi dato che per il futuro (ma anche adesso) le professioni tra le più ricercate saranno proprio quelle legate al web.
Il web marketing è una materia complessa, articolata e con diversi campi di applicazione, ma non di difficile comprensione se affrontata con il dovuto criterio. Non è un’attività da gestire in completa autonomia, al contrario deve procedere in linea con le politiche di marketing aziendali, dalle quali assumerne le strategie di base per declinarle in comunicazione web. Nella definizione e progettazione di un piano di marketing, oggi è indispensabile prevedere e destinare le giuste risorse al web così come si attivano budget per le altre forme di comunicazione sui media tradizionali.
Il web è divenuto talmente importante che molte campagne marketing si svolgono direttamente o esclusivamente on line, ed altre ancora, dopo essere state lanciate contemporaneamente su tutti i media a disposizione, demandano tutta l’operatività seguente alle capacità comunicative e ricettive del sito web o delle pagine social.
In chiave marketing dal sito web, così come dai social Network, si possono ricavare dati precisi rispetto al target di riferimento, ai propri prodotti ed alle aspettative di clienti e prospect ed è troppo banale e semplicistico considerarli solo come una vetrina o un negozio virtuale; si tratta piuttosto ed oggi più che mai, di un momento di interscambio e di confronto con il mercato che richiede consapevolezza, comprensione e dedizione. Una miniera da cui attingere informazioni, e questo vale spesso molto più di quello che si possa credere.
Il web è anche uno strumento per fidelizzare ed attivare politiche di branding, rafforzare l’amore per la marca e legare affettivamente i propri clienti.
On line troviamo numerosi esempi di siti pensati per questo tipo di attività , provate a visitare www.ferrero.it e i relativi siti di prodotto, Nutella in primis, per vedere come le comunità virtuali siano tenute in considerazione e come lo sforzo aziendale si concentri sulla creazione di un rapporto fedele e consapevole del target rispetto al prodotto/marca. Il marketing on line è anche questo e come tale necessita di una giusta ponderazione.
Ci sono attività above the site line (visibili) cioè quelle forme di comunicazione di marketing strategico che animano le pagine di un sito web, dalle comunicazioni di prodotto/servizio alle offerte commerciali, dai banner alle sponsorizzazioni dei motori di ricerca, dal pay per click * alle strategie di link (collegamento con altri siti) dalle newsletter alle direct e-mail marketing.
E ci sono attività below the site line (non visibili) che riguardano la ricerca delle parole chiave, la definizione dei metatag, le description, l’inserimento nei motori di ricerca, il ranking, l’accessibilità .
Colore, Forma, Tipografia
La dimensione estetica del web design ovvero: colore, forma e tipografia. Tre elementi fondamentali del web design, tre pilastri che consentono la creazione di siti che fanno la differenza. La loro perfetta unione, cioè il mix ideale della dimensione estetica, da luogo alla trasmissione di un’emozione, all’evocazione di una particolare atmosfera, crea una sensazione di piacevole benessere che ci pervade mentre visitiamo un sito web. Di fatto questi accadimenti avvengono a livello inconsapevole, vengono cioè elaborati dal nostro cervello in pochi secondi, ma questa veloce elaborazione ci conduce ad esprimere un giudizio immediato frutto della prima impressione e cioè: questo sito mi piace o non mi piace.
Bastano 9 secondi per perdere o catturare un visitatore. Cosa bisogna dunque fare per non perdere utenti? Un design appropriato. Cominciamo quindi ad analizzare ad uno ad uno i tre elementi.
IL COLORE
Chi vede un colore non percepisce solo una gamma di vibrazioni elettromagnetiche (cioè il colore così come lo si vede) ma subisce contemporaneamente il suo effetto emotivo. Il colore può influenzare, allettare, lusingare, adescare, spaventare, persuade, vendere e persino ispirare. Ogni colore ha una sua valenza psicologica ed un effettivo valore comunicativo, la situazione personale di un soggetto modifica le preferenze cromatiche, cioè può dire questo colore non mi piace (anche se generalmente questo giudizio è condizionato dal contesto situazionale e quindi mutevole) non il significato del colore. I colori parlano un linguaggio emotivo prevalentemente inconscio e l’applicazione del colore nella comunicazione è fondamentale per la trasformazione delle idee di progetto in messaggi ed immagini che sappiano trasferire i sentimenti e l’anima di un’azienda e colpire direttamente al cuore il target di riferimento.
Un designer esperto sa quali colori utilizzare per il messaggio che deve trasmettere.
LA FORMA
Un sito ben disegnato, quindi con una buona forma grafica e un bilanciato equilibrio tra spazi pieni e vuoti, guida gli occhi ai punti importanti del contenuto seguendo una sequenza logica determinata strategicamente, spesso il navigatore non se ne accorge nemmeno. Per guidare gli occhi le immagini ed il contenuto cooperano alla composizione di un flusso visivo, un fiume su cui naviga lo sguardo da un punto all’altro della pagina web. La maggior parte degli utilizzatori di internet ha sviluppato una mappa mentale di navigazione delle pagine web; come cita Jerry Mc Govern, le ricerche hanno dimostrato come essi preferiscano trovare i menù di navigazione di un sito a sinistra o in cima alla pagina, studi in merito all’ Eyes Tracking danno ancor più dati in merito.
E’ necessario a questo punto fare però una distinzione tra siti di tipo ludico (play) e siti di tipo istituzionale; mentre se per i primi vige la più completa “anarchia†dei menù, che spesso sono distribuiti nella pagina secondo schemi liberi che generano una sorta di gioco, oppure come in altri casi nascosti al visitatore che deve anche cercarseli, e considerando che tutto questo è piacevolmente accettato da chi visita questo tipo di siti e che al contrario ne sarebbe contrariato se si trovasse di fronte a qualche cosa di estremamente banale o semplice, per i secondi la regola dei menù a sinistra o nella parte alta della pagina web, è sempre la migliore.
Come per il colore, anche le forme geometriche hanno una influenza psicologica sulle persone. I cerchi sono frequentemente associati al genere femminile, e trasmettono conforto, calore, sensualità , amore. I cerchi così come gli archi sono utilizzati per simboleggiare comunità , movimento, sicurezza e sono molto utilizzati da siti con spirito olistico. I triangoli sono più frequentemente associati al genere maschile, ed esprimono forza, dinamismo e vivacità . Anche il direzionamento degli oggetti assume un forte significato, ad esempio un triangolo rivolto verso l’alto esprime forza di penetrazione, aggressione, potenza. Un triangolo verso il basso può assumere connotazioni di passività ed impotenza. I quadrati ed i rettangoli trasmettono senso di potere e fondamento, ordine, logica, contenimento. Le forme devono essere combinate per ottenere il massimo impatto comunicativo e dare al sito web la forza di attrazione desiderata.
LA TIPOGRAFIA
Il processo di lettura viene gestito dall’occhio umano attraverso una sorta di scansione che parte dall’alto a sinistra, si sposta verso destra, poi scorre ancora da sinistra a destra ma anche direttamente verso il basso. Tranne che per particolari progetti web, in cui il design assume un significato speciale (aspetto ludico) è consigliabile facilitare la lettura delle pagine ed agevolare questo processo di scansione. Ha quindi un senso preciso sostenere ad esempio, che sia preferibile posizionare i loghi nella cosiddetta area ottica primaria (angolo sinistro in alto). I titoli vengono utilizzati per suddividere le varie sezioni di un documento, se si utilizzano dei colori è preferibile che questi siano più scuri rispetto al colore del testo. Il colore del titolo dovrebbe avere un aspetto “vibranteâ€, meglio evitare titoli chiari dato che alcuni studi ne hanno rilevato la debolezza comunicativa. Più il titolo assume significato è più la sua forza comunicativa dovrebbe essere sostenuta dalla presenza visiva.
A volte il carattere dei titoli può essere leggermente condensato (condensed) per ottenere forza maggiore, è anche vero però, che molti titoli trovano forza dalle associazioni con immagini. I titoli devono essere brevi, concisi e sintetici, inoltre non devono terminare con il punto. Il punto sancisce la fine di un pensiero mentre il ruolo di un titolo è quello di iniziarlo. Il corpo del testo, che compone la maggior parte della pagina web, è uno dei maggiori fattori critici di successo per la lettura on line di un sito. Meglio mantenere righe con un massimo di 60/65 caratteri; righe troppo lunghe non facilitano la lettura e possono compromettere la comprensione del contenuto. Lo stesso concetto vale per righe troppo corte ( 20 caratteri). A differenza della carta stampata, nel web è meglio utilizzare paragrafi brevi, se si devono pubblicare documenti lunghi, è consigliabile suddividerli in sezioni logiche tramite l’opportuno utilizzo di titoli o sottotitoli. Evitare un’interlinea (altezza delle righe) troppo larga o troppo stretta. Evitare di utilizzare il corpo testo con troppe varianti di colore, usarne uno solo ed un altro per evidenziare i link.
Il testo da enfatizzare, cioè quello che si ritiene necessiti di una particolare attenzione da parte del lettore come didascalie, citazioni o testo nei riquadri, può avere una certa flessibilità . Ad esempio dato che si deve attirare l’attenzione fuori dal campo di lettura del corpo testo è consigliabile l’uso dei colori, in questo caso è però indispensabile la coerenza nell’utilizzo dei colori dato che, come detto nel paragrafo precedente, hanno un’importanza psico-comunicativa specifica. Riquadri e citazioni non dovrebbero però, interrompere il normale flusso della lettura del corpo testo ma migliorarlo. Il testo sottolineato va utilizzato solo per evidenziare dei collegamenti ipertestuali (link), altrimenti il navigatore si potrebbe trovare sconcertato dopo aver cliccato inutilmente parecchie volte per nulla.
La scelta del carattere tipografico potrebbe sembrare di secondaria importanza nell’impostare il design di un sito, invece proprio il carattere tipografico può trasmettere sensazioni importanti come, tecnica e sicurezza nel caso del Verdana o dell’Helvetica, umorismo ed ilarità con il Comics, nostalgia con il Ghotic. I designer esperti sanno benissimo che un lavoro di successo richiede una giusta combinazione di fattori, e la scelta del carattere tipografico è uno di questi.
Bisogna inoltre, considerare il valore di fruibilità di una pagina web rispetto alla quantità di testo da inserire, troppi “scrolling†o “avanti†stancano i lettori, è quindi necessaria una giusta ponderazione sulla distribuzione delle pagine e decidere quando si raggiunge il punto giusto per passare ad un’altra pagina.
10 errori e-mail da evitare!
Le e-mail aziendali (ma anche le direct email marketing) sono parte integrante dell’attività di business come mezzo di contatto e di relazione e come tali diffondono l’immagine di aziende e persone nel mondo. Dovremmo esserne sempre consci per evitare l’invio di messaggi che possano compromettere il rapporto con il nostro interlocutore o che, in qualche modo, ci mettano in cattiva luce o semplicemente creino equivoci sconvenienti…
Occorre prestare la massima attenzione alla loro stesura e controllarle più volte prima di premere il tasto “invioâ€.
1. Oggetto della mail
Spedire una mail senza un oggetto specifico significa spedire messaggi “ignotiâ€, se poi si analizza il dato che l’oggetto ha un valore pari all’80% dell’apertura di una mail è evidente che la sua cattiva gestione (contenuto) preclude la possibilità di raggiungere velocemente il target di riferimento e persino la possibilità di essere letti.
2. Scrivere frasi incoerenti
Il titolo deve essere coerente ed attinente al contenuto del messaggio inviato. Evitare frasi banali ed utilizzare invece chiavi di lettura che facilitino la comprensione immediata del contenuto del messaggio, omettere frasi come “ecco per lei nuove offerteâ€. Va tenuto in considerazione il fatto che ricevendo molte e-mail al giorno la frase scritta nell’oggetto determina anche l’ordine sequenziale di lettura dei messaggi, quindi un potenziale concorrente potrebbe vedersi letta per prima l’offerta inviata solo perché il suo titolo è risultato migliore degli altri.
3. Lasciare invariato il titolo della mail quando si risponde
Un semplice esempio: quante volte si risponde ad una e-mail lasciando apparire nel titolo solo “re†(replay)? L’aggiunta di ulteriori informazioni consente a chi la ricevere di individuare esattamente il contenuto del messaggio nel modo più veloce. Se controllassimo il nostro computer in questo instante potremmo trovare centinaia di e-mail con titolo “re†e delle quali non abbiamo più reminiscenze del contenuto e chissà quali sono effettivamente di nostro interesse? L’e-mail non è un SMS.
4. Non personalizzare il messaggio per il destinatario
Non condivido il pensiero che l’e-mail sia di fatto un messaggio informale, è vero che in alcune comunicazioni questa informalità esiste e dipende dal tipo di rapporto instaurato (ad esempio tra colleghi) ma è altrettanto vero che una eccessiva informalità rende le comunicazioni troppo fredde e distaccate. Inoltre ciò denota una scarsa attenzione verso chi riceve il messaggio, il quale ritiene, a ragione, di non essere stato preso nella giusta considerazione.
5. Non considerare le modalità comunicative
A differenza della comunicazione face to face o delle conversazioni telefoniche, chi legge le e-mail non è in grado di identificare il comportamento non verbale e distinguere il tono della voce, di conseguenza formula un giudizio in base a quanto legge. È indispensabile verificare attentamente quanto scritto e considerare, magari ponendosi nei panni dell’altro, se il messaggio sia sufficientemente chiaro, conciso e comprensibile; evitare di dare tutto per scontato.
6. Non controllare la grammatica
Come detto precedentemente la e-mail rappresenta l’azienda, le persone e le loro personalità ; spedire messaggi con errori ortografici è indice di scarsa attenzione; chi la riceve è indotto a pensare che il mittente sia poco affidabile e che la cura posta nel suo lavoro non sia poi così buona.
7. Scrivere testi troppo lunghi
Una buona e-mail necessità di frasi brevi e concise e la capacità di sintesi, nel rispetto della forma narrativa, è senza mezzi termini indispensabile. Se leggendo il testo della mail vi sembra troppo lungo, provate a riscriverlo e come dice il guru Jerry Mc Gover “non c’è nessun discorso che non migliori accorciandoloâ€.
8. Utilizzare frasi negative
Evitare l’utilizzo di frasi in negativo, ad esempio se volessimo pubblicizzare un anti-taccheggio, il messaggio dovrebbe puntare sulle opportunità offerte e quindi fare leva sulla sicurezza e non sul rischio che si corre non avendolo.
9. Non mettere i vostri riferimenti nelle e-mail
Ricevere e-mail senza riferimenti è sempre sconcertante. Quante volte ci siamo chiesti “chi è questo tizio?â€, oppure “devo chiamarlo ma ho lasciato il suo biglietto da visita in auto..aspetto domaniâ€. Quante opportunità si possono perdere? In calce ad ogni e-mail bisogna riportare il proprio nome, la posizione in azienda, il nome e l’indirizzo dell’azienda, numero di telefono, fax, indirizzo e-mail e sito web. Si potrebbe obiettare che un nostro cliente ci conosce già , che possiede da molto tempo tutte queste informazioni, certo, ma c’è forse un motivo che vieta di facilitare la vita altrui?
10. Dimenticarsi le informazioni sulla privacy
Dopo i riferimenti aziendali va sempre inserita l’informativa sulla privacy, tipo la seguente: Le informazioni contenute nella presente ed ogni eventuale file allegato, sono riservate e comunque destinate esclusivamente alla persona, ente o società sopra indicati. Se avete ricevuto questa e-mail per errore, Vi chiediamo di ritornarcela al seguente indirizzo: XXX@XXX.com e di eliminarla dai vostri archivi. E poi aggiungere anche:
L’informativa sul trattamento dei dati personali. I Suoi dati personali, ed in particolare la Sua e-mail, sono utilizzati da XXX, titolare del trattamento, in quanto inseriti nell’archivio storico degli utilizzatori dei servizi ovvero dei clienti di XXX o al limite in quanto raccolti da elenchi pubblici, al solo fine di promuovere le attività ed i servizi di XXX. I dati non sono comunicati né diffusi, e sono trattati solo dagli incaricati degli Uffici Marketing e Commerciali di XXX sia su supporto cartaceo sia con strumenti elettronici. In particolare, ai sensi dell’art. 130 del D.Lgs n. 196/2003, Lei può in ogni momento chiedere ed ottenere di non ricevere ulteriori promozioni inviando una e-mail a privacy@XXX.com.
N.B. Il testo è puramente indicativo, ogni azienda può personalizzare il messaggio a suo gradimento.
Principali colori in comunicazione
ROSSO
Il rosso produce un effetto stimolante ed eccitante. Il rosso rappresenta il lato positivo della potenza: la presa di possesso. Il rosso è passione ma anche pericolo, come l’amore del resto. Il rosso corrisponde alla sicurezza di sé, alla fiducia nelle proprie energie e capacità .
ARANCIONE
E’ il colore che più stimola l’appetito, in tutti i sensi. Il colore ideale per rappresentare il nuovo che arriva, la creatività , la voglia di sperimentare, da energia e galvanizza.
BLU
Fra tutte le sensazioni derivare dai colori, quella che si ricava dal blu-blu scuro consiste in una profonda estrema pacificazione. La quiete in tutti i suoi significati fisiologici oggettivi. Procura un sentimento di soddisfazione ed infinita armonia, di unione e sicurezza. Un colore che trasmette sicurezza, protezione e fiducia.
VERDE
Il verde, specie quando é piuttosto scuro e azzurrognolo come il colore degli abeti, ha valore di stabilità , forza, persistenza, costanza. Il verde non estrinseca potenziale energia ma la raccoglie in sé. Rappresenta i valori saldi, quelli che contano integrità e sicurezza.
GIALLO
Il giallo è simile al sole chiaro e lucente e corrisponde ad una sensazione di sviluppo libero, ricerca del nuovo e libertà di pensiero. Esprime anche ottimismo, speranza e filosofia.
VIOLA
Il viola deriva dalla mescolanza del rosso con il blu che fondendosi raggiungono armonia ed identificazione. E’ un colore molto affascinante e mistico che attiva la sublimazione e gli aspetti trascendentali, è anche molto legato al senso dell’erotismo sublime.
MARRONE
Esprime una condizione di vita passiva. E’ il colore preferito dalle persone che vorrebbero eliminare i problemi e le tensioni relative. Il significato fondamentale del marrone è: comodità confortanti e soddisfazioni fisiche e materiali.
GRIGIO
Il colore grigio si distingue per essere un non colore. Il grigio non è niente di tutto ciò che sarebbe caratteristico, è la terra di nessuno, é confine, pertanto significa, distanza, neutralità e nessuna assunzione di responsabilità .
NERO
Il nero è il colore più scuro, corrisponde alla negazione assoluta, al no incondizionato. Si esprime però in campi differenziati e che ad una prima impressione appaiono diversissimi, come colore della morte, colore della maestà e solennità , come abbigliamento e biancheria seduttiva. E’ sempre un colore molto elegante.
BIANCO
Il bianco ha un altissimo potere stimolante. Significa libertà da ogni tipo di impedimento. É il colore della purezza, della pulizia, dell’innocenza. Rappresenta la creazione di condizioni ideali e valide per una nuova partenza.
La cultura, il sesso, la religione e la collocazione geografica, possono mutare, anche se non di molto, la percezione dei colori. La regola per eccellenza è: conoscere il proprio target prima di scegliere la combinazione di colori da usare. Ad esempio, se il sito è destinato ai bambini è preferibile utilizzare colori che esprimono gioia, per un sito elegante è indicato il nero, per le donne è meglio il rosso ed il rosa, per gli uomini, in generale, molto blu; per un sito dedicato all’agriturismo meglio i verdi ed i marroni, se si vuole esprimere solidità aziendale utilizzare toni di blu, per significare la forza e la potenza di un’impresa i toni di rosso.
Una nota tecnica, molti web designer continuano a creare siti utilizzando la palette “web safe†che limita la scelta cromatica a 256 colori, dato che la stragrande maggioranza dei computer oggi può visualizzare milioni di colori, questo vincolo non esiste più a meno che il sito sia espressamente dedicato ad aree geografiche particolari in cui la tecnologia utilizzata è ancora quella di alcuni anni fa.
Mutamenti della rete
Da luogo di semplice lettura, così come l’avevamo vissuta agli albori, la rete Internet ha subito una continua e straordinaria evoluzione (web 2.0 ecc), scardinando le teorie più scettiche e gli atteggiamenti ostativi ed aprendo nuove strade alla comunicazione, alla cultura, alla conoscenza, ai mercati, all’uomo. Una miriade di informazioni pervade la rete e noi ne siamo parte attiva, volenti o nolenti. Internet non è più quel fenomeno astratto di 20 anni fa, ma il punto d’incontro tra diverse culture, tecnologie, pensieri, arte e design, scienza e ricerca, filosofia, storia, intrattenimento ma anche prodotti e mercato, aziende e business; Internet è il mondo interconnesso e siamo nel pieno dell’era dell’accessibilità (il web delle cose).
I modelli comunicativi sono mutati per gestire un’economia fondata sulla possibilità di accedere a qualsiasi tipo di informazione, esperienze e risorse culturali, portando ad un progressivo cambiamento della natura della coscienza umana. Internet è un media straordinario con infinite possibilità , continui sviluppi, l’unico ed effettivo media interattivo al momento; comprenderne la particolare importanza è indispensabile per affrontare senza timori la rete Internet ed esserne attori, non è necessario che tutti recitino la parte del protagonista, non ci sono gerarchie prefissate, lo schema è libero ed interpretabile, Internet richiede però, trasparenza, chiarezza, sincerità , in caso contrario potrebbe rivelarsi un boomerang dal potenziale negativo non prevedibile.
Il Web è un media strategico per le imprese
In ogni settore dell’industria e dei servizi la competizione ha raggiunto un altissimo livello di intensità introducendo nuove sfide di mercato ma anche e soprattutto nuovi strumenti per relazionarsi con il mercato. Rimanere ancorati al passato o continuare ad utilizzare modalità commerciali obsolete può rivelarsi veramente fatale per il proprio business e per le imprese stesse.
Probabilmente qualcuno ha ancora le idee poco chiare in merito al web (sempre meno per fortuna) e pensa ancora che la rete sia uno strumento secondario; difficile cambiare certe mentalità e punti di vista così autoreferenziali, quindi meglio andare oltre ed occuparci seriamente di business…
L’informazione “ allargata e diffusa†è l’unica risorsa in grado di attrarre l’attenzione, di “ servire†i clienti, costruire comunità , fidelizzare e diffondere brand e prodotti, è decisamente il fattore di successo nell’era della competizione ed il web lo strumento più efficace (ROI) per farlo.
Lo sapete già , ma giusto per ribadirlo: diversamente da quello televisivo ed editoriale (stampa) Internet è un sistema a 2 vie che facilita la connessione e l’interagire tra persone ed aziende. Completamente interattivo e diversamente dal telefono che è altrettanto interattivo, Internet consente di cercare, riscontrare, confrontare le informazioni in un territorio geograficamente illimitato e di memorizzarle nel proprio sistema azienda. Non ci sono inoltre limiti di tipologia di informazioni: possono infatti contenere testi, immagini, filmati, giochi, informazioni multimediali, ma soprattutto informazioni sull’utilizzo dei prodotti, sulle scelte di acquisto, sui trend, ecc…
Acquisire informazioni con Internet rappresenta prima di tutto un ottimo (ed il più economico) strumento per migliorare le proprie competenze ed inoltre consente di analizzare possibili partner, fornitori, clienti ma anche prodotti/servizi ancor prima di avere un contatto “fisicoâ€. I motivi di scarso successo della presenza su Internet sono di solito dovuti alla difficoltà da parte dell’impresa nell’individuare il modo migliore per sfruttare il potenziale della rete e nel decidere di abbandonare le vecchie abitudini commerciali o di comunicazione che non sono più adeguate allo scenario dell’economia digitale.
L’impresa deve pensare che il mondo web è ormai parte integrante del business e che nel business ha rilevanza strategica di vitale importanza, affrontarlo con leggerezza o senza gli strumenti necessari porta a risultati frustranti o ripercussioni negative sull’immagine dell’azienda stessa. Di fatto è necessario che si considerino le attività per il web come una funzione ufficiale del marketing (Digital Marketing) e che le stesse siano programmate, preventivate e soprattutto siano figlie di una strategia mirata e non lasciate al caso (Budget web). Il web richiede attenzione, interesse, ricerca, applicazione, non è possibile considerare l’avventura Internet come un’azione “usa e gettaâ€, al contrario richiede attività costanti e monitoraggio continuo. I dati sugli investimenti pubblicitari non fanno che confermare il trend sempre in ascesa del web e come le aziende preferiscano diminuire sensibilmente gli investimenti sugli altri media a favore della rete.
Bisogna saper interpretare il proprio mercato target utilizzando un linguaggio adeguato e sempre più mirato in funzione del cliente e non in funzione dell’ego aziendale. Dobbiamo dialogare e farci capire dal mercato abbandonando le presunzioni e gli stereotipi; di fatto se non siamo accessibili e quindi il nostro sito o le nostre pagine social non sono costruiti per assolvere alle aspettative di chi ci naviga, veniamo immediatamente abbandonati in favore di altri, perdendo così vere opportunità per il business.
Per le aziende utilizzare e gestire la rete significa comprendere in modo pratico ed operativo l’importanza dei motori di ricerca, della presentazione (layout) di una pagina Web, della strategica dei link, dell’ergonomia di navigazione, del posizionamento e della pubblicità on line, e cosa significano sia in termine tecnico sia pratico parole come SEM (Search Engine Marketing) e SEO (Search Engine Optimization) e capire quante e quali risorse mettere in campo per essere efficaci nel mercato dell’era digitale.
Ovviamente le aziende che per prime hanno capito il potenziale della rete per il business, si trovano avvantaggiate rispetto alla concorrenza e sono difficilmente “aggredibili†sulle loro posizioni, hanno acquisito una fascia di visibilità difficile da attaccare, soprattutto dalle imprese che in questi anni si sono “addormentate†in attesa degli eventi evitando di approfondire le tematiche e precludendosi la possibilità di costruirsi know-How, imprese che anno lasciato dormienti i propri siti o ancora semplicemente in costruzione (ce ne sono ancora purtroppo…) confidando nella benevolenza dei navigatori che invece hanno definitivamente cancellato dai bookmarks (inserimento di siti nelle preferenze dei browser) i loro indirizzi web.
Occorre monitorare la propria presenza online, farlo con spirito critico analizzando i dati di feedback ma anche le evoluzioni di pensiero del mercato e dei clienti, verificare la coerenza tra quanto emesso, in termini di comunicazione (copy content) e quanto è stato invece recepito e percepito dai nostri visitatori web. Verificare se concretamente azienda, sito web e social viaggiano in simbiosi e se sono coerenti. Nel web ci sono molti esempi di successo e molti di insuccesso, per ogni realtà è possibile tracciare quali siano state le mosse vincenti e quali quelle perdenti, quali le strategie lungimiranti, quali quelle deboli, chi ha fallito credendo nei facili realizzi chi invece ha perseverato arrivando a concretizzare la propria realtà .
Ogni azienda può trovare la sua giusta dimensione ed ottenere molto da Internet, sempre che sia cosciente di dover mettere in gioco la propria immagine e reputazione, i propri prodotti e servizi, la propria storia (storytelling) e credibilità , sapendo che dall’altro lato non c’è un pubblico di inesperti alle prime armi ma navigatori divenuti esperti della rete ed abili ricercatori di notizie ed informazioni on line, persone che sanno molto più delle aziende stesse rispetto ai loro prodotti, che vogliono considerazione ed attenzione, serietà e rispetto, ma che in cambio sono anche pronti a dare molto ed instaurare un rapporto fiduciario nei confronti dell’azienda stessa. E questo non riguarda solo il mercato del B2C, cioè quello rivolto al consumatore finale, ma anche quello tra aziende, quel B2B che pian piano si è trasformato in un volano per le imprese aprendo nuovi contatti, originando nuovi mercati, dando vita a collaborazioni e partnership.
Le aziende che lo hanno capito sono già attive, chi non lo ha ancora fatto deve attivarsi e risalire velocemente la corrente perché “in un mercato basato sulla diffusione e cultura della conoscenza o se ne è parte o se ne viene esclusi†(J. Rifkin).m.
La condivisione della conoscenza nel Web2.0
Che noi tutti stiamo vivendo in un pianeta interconnesso, con buona page di Jeremy Rifking, fortunatamente lo abbiamo capito; quello che ancora dobbiamo approfondire in merito all’interconnessione ed i suoi sviluppi, riguarda le possibilità per le aziende di sviluppare il proprio business attraverso canali inconsueti. Internet e telefonia mobile hanno impresso una svolta epocale ai modelli lavorativi, non solo introducendo la delocalizzazione ma facendo emergere molte dinamiche nascoste, permettendo la riduzione dei crocevia decisionali, migliorando la distribuzione delle informazioni sulla cui base, ogni giorno, vengono prese decisioni strategiche, vagliati progetti, date indicazioni ai mercati.
La precisione e la profondità dell’informazione sono punti cruciale che coinvolgono l’organizzazione e la struttura interna delle aziende e tra chi sta utilizzando questi nuovi “spazi collaborativi” non mancano i big.
Harley-Davidson ha applicato le strategie collaborative del web, chiamando a raccolta gli owner group ed avere input per ridisegnare lo sviluppo dei propri prodotti. IBM ha coinvolto oltre 150.000 persone in uno dei suoi InnovationJam, una sorta di grande brainstorming a partecipazione allargata, che ha prodotto circa 46.000 idee. L’investimento di 100 milioni di dollari in 10 di queste idee ha generato fatturati per oltre 500 milioni in due anni.
Collegare interi sistemi apparentemente lontani è uno dei vantaggi che l’era del Web2.0 ci sta portando. La Pfizer, azienda farmaceutica ed in quanto tale solitamente avvezza alla condivisione dei progetti, ha fatto appello a diverse comunità di esperti esterni, partners di ricerca e non ultimo, coinvolgendo anche i dipendenti, per realizzare progetti che negli ultimi anni gli hanno consentito di raccogliere opportunità di business per 100 milioni di dollari.
La forza motrice, il volano di queste nuove attività collaborative sono (oltre ai manager tecnologizzati ed internettiani) le giovani generazioni di utenti aziendali, figli del social networking e del digitale la cui familiarità con il mondo del web li spinge a richiedere strumenti e tecnologie che consentano lo scambio e la collaborazione, strumenti simili a quelli che già utilizzano. Uno di questi è il wiki, un sito web aziendale interno ma anche non, che ha come imperativo la collaborazione; tutti possono e devono partecipare alla realizzazione dei contenuti, inserendo nuove voci, ampliando gli argomenti, inserendo approfondimenti. Uno strumento per la creazione di una base di conoscenza comune e per la condivisione del sapere (Knowledge Management) e che consente ad ogni dipendente di mettere il proprio sapere, l’esperienza ed il Know-how a disposizione di tutti.
L’introduzione di questo strumento, dato il successo che sta ottenendo, ha dato vita alla creazione di diversi tipi di wiki, personalizzati ed adattati ai singoli progetti di sviluppo a cui accedono singoli gruppi nelle varie fasi del processo.
E nel prossimo futuro è in arrivo Wave di Google, il sistema per ridefinire la collaborazione in azienda, creando “onde” di posta elettronica, chat, calendari e tutto il resto e dovrebbe rivelarsi un ottimo strumento per le piccole imprese che devono gestire e coordinare gruppi anche molto lontani tra loro.