Email marketing: mantenete la connessione aperta
Sicuramente e forse ben lo sapete, il vero potere dell’email marketing è quello di essere un grande canale di relazione con il mercato ed in quanto tale è assolutamente necessario che rimanga aperto, cioè disponibile a tutti. L’email marketing rappresenta una delle migliori vie per incoraggiare i clienti al dialogo e rendere la base delle vostre mailinglist sempre più solida e partecipativa. Dato che la relazione è appunto un canale a due vie, settare la mail di ritorno delle vostre newsletter o email marketing con indirizzi donotreply@company.com oppure peggio ancora chiedere ai vostri clienti che le ricevono di non rispondere a quell’indirizzo mail, è estremamente contro produttivo ed irritante. Questo comportamento sottolinea, purtroppo, una sola cosa: voi non volete sapere quello che i vostri clienti vorrebbero dirvi di ritorno, è questo non è fare relazione. La reazione del cliente è però immediata ed anche facile da intuire, ” se tu non mi ascolti, troverò qualcun altro che lo faccia per te…” e spesso questo qualcun altro è un altro fornitore!
Cosa bisogna fare? Assicurarsi che la vostra mail di ritorno sia ben monitorata e gestita da persone che siano in grado di rispondere direttamente ai clienti. Non una mail automatica (autorisponditore) che tra le altre cose è spesso più che evidente, ma una “vera” mail relazionale. Persone che parlano (scrivono) ad altre persone, unite da un filo conduttore e da interessi comuni. Sicuramente, così facendo, vi renderete conto che la maggior parte dei feedback importanti e rilevanti per il vostro lavoro e per la vostra azienda arriveranno da lì. La relazione diretta con i clienti, con il mercato, con i prospect è un bene prezioso dell’azienda e va protetto, preservato ed alimentato.
Quindi non ostacolate ma facilitate la relazione e tenete i canali aperti.
L’Oggetto della mail, il segreto del successo
La linea che contiene l’oggetto della mail è ancora regina incontrastata della comunicazione online e punto cruciale per quanto concerne l’apertura e la successiva lettura delle mail commerciali. Per intenderci meglio, stiamo parlando del titolo della mail. Un titolo è come uno slogan, cattura o non cattura l’attenzione e se non la cattura nessuno ci legge, è semplicemente banale, ma è così quindi la cura e la concentrazione che dobbiamo investire nel pensarlo sono di fondamentale importanza per la riuscita della nostra comunicazione.
Ricordiamoci che non è possibile pensare ad un titolo e considerare che quest’ultimo possa andare bene per tutti, per ogni target bisogna creare un titolo appropriato, certamente si può partire dalla stessa base ma personalizzandolo siamo sicuri di andare dritto al bersaglio. Cosa ci frena dal farlo? Spesso consideriamo questa attività una perdita di tempo, invece è la parte principale del progetto di invio di una mail.
Riserviamoci sempre il tempo per pensare e riflettere e se mi permettete un parallelo con l’atletica leggera, non è un lavoro da fare in 10 secondi, pittosto un 3000 siepi…
E quindi ecco una serie di suggerimenti concreti:
- E’ la parte più importante di una lettera/mail. Va pensato, ripensato ed ancora…
- Un’intestazione grande che propone un vantaggio è perfetta per catturare l’attenzione
- Quando scorriamo con gli occhi le pagine di un giornale cosa ci attira? Solo due cose le immagini ed i titoli!
Titolo della mail:
- Usate domande aperte
- Destare curiositÃ
- Proponete una soluzione
- Descrivete un vantaggio
- Annunciate novità importanti
Buon lavoro!
Il contenuto come “Drive Action”
Scrivere per il web
Anche se può sembrare limitativo della creatività letteraria di chi si occupa dello scrivere, dal giornalista al copy, è estremamente importante che non si perda di vista la necessità di scrivere per un “audience” e non per se stessi. Come ben sottolinea Gerry McGovern, una volta scritto un articolo, il lavoro del giornalista/redattore finisce, ma non nell’era del web. Il contenuto di un sito web non si esaurisce nel momento in cui viene messo on line e quindi esiste, come molti potrebbero pensare, ma la sua esistenza è importante per quello che può provocare nel lettore: lettura>azione>contatto.
Un contenuto acquista valore quando è in grado di destare l’attenzione e l’interesse dell’altro, ma non un altro qualunque, mi riferisco al target di riferimento così tanto sottovalutato da chi scrive, il quale sovente è estraneo o lontano dalla realtà e dalle modalità comunicative di chi lo legge. Le persone giungono in un sito web per “fare” delle cose, ad esempio se devo rinnovare il passaporto vado nel sito della Questura, se devo prenotare un viaggio cerco un’agenzia viaggi, se devo comprare un libro cerco una libreria…
Cosa accade se non ricevo stimoli a proseguire la navigazione all’interno di un sito, cioè non trovo nel contenuto quello che vorrei? Lo abbandono!
Il testo di una pagina web (content) è un potente indirizzatore di scelte ed un veicolo importante per guidare i navigatori sulla giusta rotta; dunque un elemento di comunicazione strategica per le aziende ecco perché è indispensabile che venga monitorato, misurato, perfezionato, ottimizzato.
Una grande sfida, il web ancora una volta ci mette di fronte ad una realtà mutata ed alla esigenza di instaurare modalità operative diverse. Forse è però più semplice di quanto si possa pensare, basterebbe infatti mantenere lo stesso atteggiamento di quando ci si trova dall’altra parte della barricata, cioè di quando noi, come clienti, diventiamo così esigenti, attenti, calcolatori, scrutatori e non lesiniamo commenti se un sito non ci parla di quello che vorremmo sentirci dire…
Il contenuto è un “drive action” e c’è bisogno di persone che scrivano per far compiere delle azioni in modo semplice, naturale e diretto se si vuole ottenere successo on line.
La mail è un dialogo con le persone non un sms
Le aziende rispondono al telefono, rispondono con lettere e fax, ma fanno una tremenda fatica ad utilizzare la mail nel modo corretto. E’ solo questione di resistenza all’utilizzo di un media innovativo? Solo un difetto di preparazione? Scarsa propensione al dialogo? Frequentemente questa è la loro versione dei fatti: “E’ il cliente che si deve adattare al mio sistema di fare business e non noi (azienda) a doverci allineare”. Se questo modello è servito per molti anni in passato, è altrettanto vero che un drastico cambiamento sia oggi indispensabile. L’organizzazione aziendale deve essere flessibile, veloce, autorevole, semplice e soprattutto aderente all’immagine aziendale ma non può prescindere da una corretta relazione con il mercato, utilizzando modelli comunicativi idonei e coerenti che consentano una giusta interpretazione e non diano voce al fraintendimento o al malcontento.
Bisogna attivare modelli “customer centric” per la “connessione” con il mercato. Vi faccio questo esempio: mi capita ancora di ricevere mail da aziende di primaria rilevanza in Italia, senza un minimo di rispetto per l’immagine e per la comunicazione, prive cioè dei riferimenti e dello stile che un brand richiederebbe. Anche se le mail inviatemi possono essere di tipo confidenziale ciò non toglie che rappresentino un mezzo di comunicazione con il mercato; non parliamo poi degli errori ortografici… presenti. Tutto ciò contribuisce, anche se non volessi farlo, ad inserire nel mio/nostro archivio di associazioni mentali dei segni meno nei confronti di queste persone e della loro azienda.
Altri tendono a considerare la mail come un strumento simile agli sms, ma non c’è nulla di più diverso. L’sms viene cancellato entro pochi giorni… la mail rimane negli archivi per chissà quanti anni ed ogni volta che viene riletta contribuisce a rinfrescare la memoria del lettore e nel caso di una pessima comunicazione a far rinascere dubbi e ripensamenti nella mente del cliente.
Credo sia opportuna una riflessione in merito ai modelli comunicativi che stiamo utilizzando.